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L’olio: un aiuto per pensare positivo

21 Aprile 2020
Preoccupazione, tristezza, noia, ansia… in questo periodo è davvero difficile non lasciarsi vincere dallo stress per abbandonarsi ai pensieri più bui. Ma nella lotta contro pessimismo e malumore possiamo contare su un buon alleato: il cibo. Senza abbandonarci ad abbuffate incontrollate, ma scegliendo quegli alimenti che, come l’olio, aiutano davvero a essere più sereni e positivi.
Cibo e mente: una relazione profonda Ormai la scienza l’ha ben chiarito: tra ciò che mangiamo e il funzionamento del nostro sistema nervoso esistono dei legami diretti. Quel senso di benessere anche mentale che proviamo dopo un piatto di spaghetti ben condito, non è soltanto legato alla soddisfazione del gusto, ma il risultato di complicate reazioni chimiche, che coinvolgono alcuni componenti del cibo e influenzano il nostro umore a livello cerebrale. Attraverso queste reazioni il cibo ci aiuta a mantenere equilibrata la presenza di particolari sostanze chiamate “neurotrasmettitori”, che hanno la funzione di indirizzare in modo corretto i messaggi da una cellula all’altra del tessuto nervoso e da una parte all’altra del cervello.
La chimica della serenità In particolare sono tre le sostanze che influenzano maggiormente il nostro umore: la serotonina, la noradrenalina e la dopamina, ciascuna con un ruolo specifico: • La serotonina favorisce la distensione, la serenità e il benessere • La dopamina ha un ruolo fondamentale nella nostra capacità di provare piacere, interesse ed entusiasmo. • La noradrenalina, infine, è importante per aumentare la carica e la motivazione. Quando ci sentiamo molto giù, quando vediamo tutto grigio, è anche segno che scarseggiano questi neurotrasmettitori ed è il caso di riequilibrarne la presenza.
I cibi del buonumore Sono particolarmente utili quegli alimenti che forniscono all’organismo il materiale necessario per costruire i tre neurotrasmettitori del benessere. Servono soprattutto due sostanze, il triptofano e la tirosina, che – singolarmente o insieme – troviamo in diversi cibi: la pasta, il riso, il tuorlo d’uovo, le sardine, i legumi secchi, il parmigiano … Senza dimenticare che altri alimenti, come il cioccolato, lo yogurt e la frutta a guscio, contengono comunque sostanze di diverso tipo capaci anch’esse di aiutare il buonumore. Ma puntare sugli alimenti che forniscono sostanze preziose per l’umore serve a poco se non curiamo che le cellule del nostro cervello siano in grado di catturarle e utilizzarle al meglio. Ed è qui che entra in gioco il ruolo fondamentale degli oli…
Il ruolo dei grassi Le cellule cerebrali (come le altre del nostro organismo) sono avvolte in una membrana che, affinché funzionino al meglio deve mantenersi dinamica e flessibile. Perché questo avvenga è necessario introdurre col cibo i grassi giusti, in quanto sono proprio i grassi i costituenti fondamentali della membrana cellulare, in particolare quelli chiamati “fosfolipidi” che aiutano a regolare il flusso di sostanze e segnali neurotrasmettitori. Vitali per la fluidità delle membrane cellulari e per il mantenimento del giusto umore, i fosfolipidi traggono il miglior materiale per rigenerarsi dagli oli vegetali, ricchi degli acidi grassi insaturi più adatti.
Tre oli da portare in tavola L’olio extra vergine di oliva può essere considerato a ben ragione il primo amico del buonumore per la sua buona composizione in acidi grassi, ma soprattutto il suo contenuto di polifenoli e di vitamina E, che aiutano le cellule nervose a difendersi dai danni dell’ossidazione mantenendo la loro efficienza. Se poi scegliamo un olio extra vergine d’oliva aromatizzato al peperoncino l’azione serenizzante cresce ulteriormente: il piccante del peperoncino stimola le terminazioni nervose della lingua e della bocca che mandano al cervello dei falsi segnali di dolore in risposta ai quali l’organismo produce endorfine, veri e propri antidolorifici naturali che funzionano come efficaci antistress. Per un’ulteriore marcia in più, non dimentichiamo infine l’olio di semi di vinacciolo, straordinariamente ricco di quegli acidi polinsaturi, assolutamente indispensabili per il ricambio dei preziosi fosfolipidi.
Articolo a cura di Giorgio Donegani Tecnologo alimentare, esperto in nutrizione ed educazione alimentare, è Consigliere dell’Ordine dei Tecnologi Alimentari di Lombardia e Liguria. Già docente di tecnologie alimentari presso Food Genius Academy, ha insegnato per oltre quindici anni Merceologia degli alimenti e Legislazione igienico sanitaria presso il Politecnico del commercio di Milano. Ha presieduto la Fondazione Italiana per l’Educazione Alimentare e, come membro del comitato tecnico scientifico “Scuola e Cibo” del MIUR, ha partecipato alla stesura delle linee guida per l’educazione alimentare nella scuola italiana. Autore di diversi programmi nazionali di educazione alimentare, è consulente di importanti aziende del settore per la messa a punto di prodotti atti a sostenere un sano stile di vita. Membro di diversi comitati e associazioni scientifiche, viene chiamato a portare la sua esperienza come relatore in convegni e congressi a livello nazionale e internazionale, oltre che come docente di corsi EcM per medici, tecnologi e giornalisti. Collabora da anni con diverse testate sui temi della sicurezza alimentare e della sana alimentazione e ha ricevuto numerosi premi per la sua attività di divulgatore. Come esperto di sicurezza alimentare partecipa a diverse trasmissioni televisive e radiofoniche, ed è autore di oltre 30 libri sui temi dell’alimentazione pubblicati da diverse case editrici.
 
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