19 Luglio 2016
La consapevolezza dei consumatori aumenta e la tracciabilità alimentare rappresenta sempre più non solo una garanzia per chi compra e consuma prodotti alimentari, ma anche un’opportunità per i produttori di raccontare il proprio brand e la propria storia. Un modo per conoscere e capire i passaggi che un alimento affronta, dal campo in cui viene coltivato, sino al piatto in cui viene mangiato.
Ecco 5 cose da sapere:
- La tracciabilità alimentare può essere definita come la documentazione degli stadi produttivi e di tutti gli “attori” che sono intervenuti nella creazione del prodotto finale, così come si presenta al consumatore. Il regolamento CE del 28 gennaio 2002 n. 178 affronta la questione e racchiude tutte le disposizioni riguardanti la rintracciabilità di alimenti e mangimi, nelle varie fasi di produzione, lavorazione e distribuzione. La normativa regola anche gli aspetti relativi alle materie prime utilizzate e al packaging, per un quadro completo su tutta la catena alimentare.
- Tra le novità introdotte dal regolamento c’è l’istituzione dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare, per potenziare il servizio di assistenza su aspetti legati all’ambito tecnico e scientifico.
- Il libro bianco della Commissione Europea contiene le indicazioni riguardanti la tracciabilità alimentare o rintracciabilità, come strumento per tutelare i consumatori e garantire la sicurezza alimentare, anche rispetto a eventuali difetti di prodotto e alle azioni necessarie per indennizzi, reclami e responsabilità.
- La tracciabilità degli alimenti serve, in caso di incidenti alimentari circa gli standard di sicurezza e qualità, ad evitare che i prodotti vengano in contatto con i consumatori grazie alla revoca o al ritiro dal commercio.
- Zucchi garantisce la tracciabilità alimentare dei propri prodotti grazie a un codice identificativo per ogni olio, apposto sull’etichetta, che può essere utilizzato direttamente dai consumatori per verificare online le aree di provenienza degli oli. Un servizio smart e tecnologico per accorciare la distanza tra consumatore e produttore e per continuare l’eccellente progetto sulla filiera avviato con Legambiente.