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Il blending nei colori

31 Marzo 2017
Fin da bambini impariamo ad usare i colori. Il giallo per il sole, il verde per l’erba, l’azzurro per il cielo. Ma solo crescendo impariamo a conoscere e ad apprezzare tutte le loro sfumature.   I colori infatti si divido in primari, secondari e terziari. I colori primari sono quelli da cui si possono ottenere tutti gli altri colori e sono il giallo, il rosso e il blu. I colori secondari derivano dal blending di due colori primari in eguale quantità: ad esempio se mescoliamo la stessa quantità di rosso e la stessa quantità di giallo otterremo l’arancione. I colori terziari invece derivano dal blending di due colori primari, ma in diversa quantità e da questi quindi nascono le diverse intensità di colore: un blu, a seconda della quantità dei diversi pigmenti aggiunti, può diventare blu notte, blu cobalto, blu oltremare, indaco e così via.   Il blending nei colori è fondamentale soprattutto per alcune professioni. Come quello del pittore, che spesso e volentieri si trova a dover mescolare i colori sulla tavolozza o direttamente sulla tela. Altre categorie che hanno a che fare con i colori sono graphic designer, illustratori e stampatori, le persone che si occupano di realizzare e impaginare i libri, le riviste, i quotidiani, gli annunci stampa che ogni giorno sono sotto i nostri occhi.   Per chi colora con le matite, per lavoro o per passione, da qualche tempo è in commercio un nuovo strumento che porta proprio il nome di blender. Si tratta di una matita con una mina incolore, fatta dello stesso materiale con cui è tenuto assieme il pigmento delle matite colorate. Nello specifico il blender va a sciogliere il pigmento sul foglio e lo ridistribuisce, attenuando così il colore.   È proprio il caso di dirlo: il mondo del blending è davvero pieno di sfumature!