25 Luglio 2016
Le tisane sono forse uno dei più antichi metodi di blending della storia. Una tisana, per definizione, è ottenuta dall’unione di almeno due piante, una principale e una supplementare che mixate insieme creano un giusto equilibrio in termini di sapore e proprietà organolettiche.
La pianta che accosta la principale è chiamata “correttore” perché ne migliora il sapore e il profumo.
Esistono anche le erbe “complemento”, che si aggiungono per rendere la tisana più piacevole anche agli occhi perché ne modificano l’aspetto, diventando più appetibili.
D’inverno sono un ottimo alleato per combattere le basse temperature, magari prima di coricarsi, come un piccolo momento di gioia prima di andare a dormire.
Moltissime tisane possono, però, essere bevute anche fredde. Dopo qualche ora in frigorifero o con l’aggiunta di un po’ di ghiaccio, sono ottime, fresche e dissetanti.
Quindi, il blending, anche nelle tisane, non è soltanto questione di gusto: è un giusto mix tra proprietà curative e sapore. L’importante è che soddisfino tutti i sensi.