8 Gennaio 2016
Esistono blendmaster anche tra gli insetti. Per loro, l’arte del blending è qualcosa di innato, di vitale, di istintivo.
Stiamo parlando delle api, che miscelano nettari di diverse specie botaniche per creare un alimento che per millenni è stato l’unico concentrato zuccherino disponibile. Infatti, già gli antichi Egizi deponevano vasi pieni di miele vicino alle mummie, per accompagnarle nell’aldilà. Veniva utilizzato anche durante l’impero romano, mentre in India è da sempre considerato purificante, afrodisiaco, cicatrizzante, oltre che delizioso.
Le qualità di miele sono migliaia, variano a seconda del nettare: possono essere monofloreali oppure millefiori, dall’aroma più delicato. Proprio questi ultimi possono essere considerati il prodotto del blending, una miscela di diversi mieli provenienti da differenti specie botaniche. Questa varietà è la più presente sul mercato, si riconosce dal colore ambrato chiaro e dalla consistenza liquida d’estate, solida d’inverno. Ma il bello del miele millefiori è che può variare colore, profumo e sapore di stagione in stagione, proprio come il vino può avere annate speciali. Inoltre, sono tantissime le proprietà del millefiori: da rimedio contro la tosse a disintossicante per il fegato, è anche consigliato per gli sportivi come integratore naturale, migliorando resistenza e forza.
E per concludere, un consiglio gustoso. Potete assaggiare il miele millefiori con un altro prodotto di cui abbiamo parlato, il formaggio. Magari da abbinare proprio a un buon vino, per un aperitivo all’insegna del blending.